Reto Knutti (52), fra i fisici del clima più rinomati al mondo, svolge attività di ricerca e insegnamento sui cambiamenti climatici al Politecnico di Zurigo ed è stato autore per l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC): lo abbiamo incontrato.
Nel 2024 la superficie terrestre si è riscaldata di 1,6 gradi. Che cosa significa?
Il valore è stato superiore all’obiettivo di 1,5 gradi definito nell’Accordo di Parigi sul clima. Quasi certamente continueremo a superare questo obiettivo nel lungo periodo. Il cambiamento climatico è già presente e sta avendo un impatto ovunque, ad esempio negli eventi meteorologici estremi della scorsa estate.
Gli obiettivi climatici globali non sono molto ambiziosi, ma ora contano le misure. Si possono introdurre tasse e sistemi di incentivazione o promuovere campagne di informazione. Appellarsi al buon senso delle persone non è sufficiente.
E se andiamo avanti così?
Questi 1,5 gradi non sono la soglia di un abisso. Gli effetti si faranno sentire piuttosto come un ghiaione che inizia a franare su una pendenza sempre più ripida. Viviamo al di sopra delle nostre possibilità in diversi settori. In Svizzera, negli ultimi anni abbiamo consumato le risorse globali del pianeta già nel mese di maggio.
Non possiamo prevenire completamente il cambiamento climatico, ma scegliere se limitarlo a 1,6, a 2 o a 3 gradi e influenzare la rapidità con cui la Terra diventerà poco accogliente.
Ci sono speranze?
La tecnologia sta facendo grandi progressi, il carbone è troppo costoso, le alternative come le pompe di calore e il fotovoltaico stanno diventando più interessanti.
Presto raggiungeremo il picco di emissioni di CO2, ma i nostri progressi non sono abbastanza veloci, per cui le temperature continueranno a salire.
Qual è il ruolo di aziende come Migros?
I grandi distributori possono ridurre le proprie emissioni nelle catene di trasporto, nella produzione o negli edifici e offrire prodotti sostenibili. Come singoli individui, possiamo contribuire molto, ad esempio nei viaggi, nella scelta di un veicolo, dell’alimentazione, ecc. Ma non basta: si devono muovere anche la politica e le imprese.
Come possiamo ottenere un’inversione di tendenza?
In Svizzera abbiamo persone ben formate e, dal punto di vista finanziario e tecnico, siamo in grado di investire nella tutela del clima.
A lungo termine, prevenire è più conveniente che curare. Come ha detto un collega: prima si raccolgono i frutti in basso, dopo si ha bisogno di qualcuno che costruisca una scala. Questo qualcuno poi potrebbe anche decidere di venderla. La Svizzera potrebbe assumere questo ruolo pionieristico.