Salotti e narrazioni

by Claudia

Premio svizzero 2025: tra i vincitori, Fabio Andina con Sedici mesi eil progetto Sofalesungen, che riporta la letteratura a una dimensione più intima

La Svizzera, con le sue anime linguistiche e culturali, ha dimostrato di saper custodire il passato letterario senza dimenticare la spinta verso il futuro. In un contesto letterario in continua evoluzione, il Premio Svizzero di Letteratura 2025 ha infatti saputo cogliere l’essenza di un dialogo continuo tra tradizione e innovazione, dando spazio non solo all’arte della scrittura, ma anche a nuove modalità di incontro culturale.

Sette i componenti della rosa di autori distinti per la varietà delle loro opere e regioni linguistiche premiati, autori, le cui opere riflettono la complessità culturale e geografica del paese, arricchendo il panorama letterario con stili individuali e voci distinte. Tra questi, la quota ticinese è andata a Fabio Andina, che si è distinto con Sedici mesi, un romanzo capace di catturare i silenzi e la natura della Svizzera italiana, traducendo in parole un paesaggio interiore ricco di suggestioni. Una narrazione sospesa, fatta di gesti quotidiani e paesaggi che respirano la stessa solitudine di chi li vive. Con una prosa sobria e meditativa, Sedici mesi si inserisce con naturalezza nel solco della letteratura di montagna, ma con una sensibilità nuova, capace di illuminare le sfumature più delicate del vivere umano.

Uno dei riconoscimenti più interessanti di quest’anno è stato il Premio speciale di mediazione, che ha visto vincitore il progetto Sofalesungen, per aver portato la letteratura direttamente nei salotti, trasformandoli in microcosmi di condivisione, piccoli cenacoli letterari. Sofalesungen, che letteralmente significa «letture da salotto», è molto più di un semplice esperimento di vicinanza. In un’epoca di incontri virtuali, questo progetto riconsegna il piacere di una letteratura vissuta in presenza, in luoghi che di solito non accolgono libri, ma conversazioni intime. I salotti, che in Ticino si declinano anche in spazi museali, e altri luoghi, non necessariamente privati che diventano luoghi di riflessione e scambio, dove autori e lettori si confrontano in maniera informale, rompendo le barriere dell’istituzionalità. Una formula che ripristina il senso del contatto umano intorno alla parola scritta, in un contesto di intimità e condivisione, che sembra spostare l’asse della divulgazione letteraria verso nuovi modelli di fruizione.

A vincere invece il Gran Premio svizzero è Fleur Jaeggy, della quale avremo modo di parlarne nei prossimi numeri.

In un anno in cui la cultura si è vista spesso costretta a reinventarsi, questi premi rappresentano la perfetta sintesi tra il valore intrinseco della letteratura e la necessità di sperimentare nuove strade per diffonderla.