Vuoto di sangue nelle vene

by Claudia
18 Agosto 2025

Romanzo in versi: la testimonianza lirica di Noè Albergatiattraversa la colpa, il lutto e il tempo

L’ossessione di lei, apparentemente incomprensibile, per il proprio naso arrossato (per rosacea forse, forse per cuperose cronica) è l’avvio sorprendente di Cemento e vento, doloroso primo romanzo in versi del malcantonese Noè Albergati, pubblicato da Gabriele Capelli.

È la storia vera di una coppia che si perde («Faccio fatica a raggiungerti / anche standoti accanto, anche nel sollievo di un abbraccio / come su due piani paralleli sfugge l’incontro»). Perché, a partire da quel piccolo dettaglio del naso, lei non si riconosce e non si accetta più, va in depressione, affronta un ricovero in ospedale controvoglia, fugge dai farmaci («se peggioro li riprendo»), mentre lui vede sfilacciarsi il loro rapporto tra finzioni e illusioni che tutto vada bene («abbiamo anche ritrovato / quasi / la vecchia complicità / rincorrendo aurore boreali…»).

Ma la tragedia è dietro l’angolo. Un giorno di marzo lei non ce la fa più e si lancia dalla diga della Verzasca («cemento e vento / vuoto / poi roccia e acqua ghiacciata (…) sette anni precipitati e infrantisi / in mille ricordi malinconici, / elisa la tua voce dal mio futuro / a cui ora non so che suono trovare»).

La voce narrante di lui diventa allora sgomenta testimonianza del dopo («perennemente ubriaco di dolore / sento solo caldo tremiti e muscoli contratti. / Non vivo al tempo degli altri…») tra amore perduto, occhi che lo indagano («mentre cerco di non sentirmi smarrito / – tu sradicata – a disagio nei miei gesti consueti / tra la gente – Mi sento la diversità dipinta sulla pelle / nuda e vulnerabile agli sguardi»).

Col ricordo dell’ultima frase rivolta a lei, («vai dove cazzo ti pare»), in un momento di stizza, l’ultima che lei avrebbe sentito prima di farla finita («e tu senza più ritorno / sei andata davvero / e io che proprio non pensavo a quel luogo […] sento come un vuoto di sangue nelle vene / un’acqua che preme in gola alle tempie dietro gli occhi / a immaginarti seduta in macchina / intenta a radunare il coraggio o la disperazione»).

E poi la speranza e il dovere della rinascita, che lasciamo scoprire ai lettori. È un pugno nello stomaco il palpitante, vertiginoso romanzo in versi di Noé Albergati. Non se ne esce indenni.