Incontri ◆ Marcel Henry ci racconta le sue ideee i suoi progetti per un museo letterario moderno
Classe 1977, bernese, disinvolto nel parlare un ottimo italiano, sempre sorridente, spirito mite e vigile allo stesso tempo, dal gennaio 2023 Marcel Henry è il direttore artistico e operativo del Museo Hesse di Montagnola. Un dottorato in storia dell’arte, quindici anni di esperienza nella pianificazione e realizzazione di mostre e progetti culturali in tutte le regioni linguistiche della Svizzera, oggi in movimento tra Lugano e Basilea, con questa sua prima importante mostra Dove c’è Volker Michels, c’è Hermann Hesse segna una chiara impronta che – senza stravolgere le tradizioni – guarda al futuro gettando radici profonde. Le radici profonde sono date dalla volontà – così ci dice Marcel Henry durante il nostro incontro – «di raccontare la storia della ricezione di Hesse e delle sue opere da parte del grande pubblico e della critica», lo sguardo al futuro si evince dall’allestimento che non prevede le classiche vetrine, l’esposizione di oggetti o di stampe, ma delle installazioni video diffuse nel museo – nei suoi diversi piani – al fine di costruire un percorso narrativo. «Vogliamo aprire una nuova strada per avvicinare la letteratura a un vasto pubblico in maniera più accessibile. E vogliamo farlo un passo alla volta perché il pubblico va accompagnato». Nei vari monitor comparirà Volker Michels che, in dialogo con le nuove generazioni, rivelerà il suo modo di preservare l’eredità letteraria di Hermann Hesse.
Al Museo di Montagnola dunque è in atto un’evoluzione che nasce soprattutto dalla voglia di parlare anche ad un pubblico più giovane e in particolare di rendere la letteratura più attraente o, per usare le parole di Marcel Henry, «più catchy (accattivante), più moderna. Per me la letteratura o è davvero on the edge (all’avanguardia), sia a livello intellettuale che estetico, o è molto classica. Nel tempo vorrei portare il museo più nella prima direzione».
Marcel Henry riguardo alla mostra co-curata con Céline Burget sottolinea l’intento di voler aprire lo sguardo su Hesse facendo chiarezza su più di un luogo comune: «Oggi molto spesso è concepito come un autore romantico, ma Hesse era molto altro e Volker Michels ci aiuterà a fare chiarezza, ci aiuterà a ricomporre la sua complessità che spesso è stata ridotta e frammentata in tanti pezzetti, in tante pubblicazioni minori su di lui come se fossero delle scatole di praline. Una via l’altra, come le sue citazioni. Scopriremo anche i suoi testi politici e le sue lettere».
Nel parlare della mostra, Marcel Henry esprime tutta l’emozione e l’entusiasmo per quella che sarà una prima, il primo tassello di un progetto che a breve termine guarda al 2027 – l’anno del 150esimo anniversario dalla nascita di Hesse – ma va anche oltre perché il direttore ha il fare di chi pianifica attentamente e ama la cura per i dettagli.
Le sfide non mancano, non è facile cambiare dopo una direzione – quella di Regina Bucher – durata 24 anni, in particolare in tempi in cui tutte le istituzioni culturali – e non solo – cercano nuove strade per attirare il pubblico, in particolare appassionare quello giovane. Inoltre, per quanto Marcel Henry conosca bene la lingua, anche la conoscenza del territorio e dei suoi attori culturali rappresentano una bella sfida. «Su questo fronte ci stiamo già muovendo. Lo scorso 9 febbraio all’interno del ciclo di eventi Lettera Talk abbiamo organizzato un incontro alla Biblioteca cantonale di Lugano sul tema del cambiamento climatico nella letteratura di lingua italiana. Nei giorni scorsi invece – nell’ambito degli Eventi Letterari – eravamo presenti al Monte Verità con un’installazione video nella Casa dei Russi. Abbiamo presentato il film d’animazione Surprise/Innocence dell’artista ginevrino Paul Paillet, su colonna sonora accompagnata dalle voci dei membri del gruppo K-pop BTS, che leggono estratti dal romanzo Demian (1919)».
Tra le varie idee che muovono i pensieri di Marcel Henry c’è quella di un museo diffuso che fuoriesce dalle sue mura istituzionali per raggiungere il suo pubblico in diversi luoghi di Montagnola.
Il tempo ci svelerà tutti gli intenti e i progetti. Intanto Marcel Henry non ha dubbi: «Il nostro museo deve risvegliare la curiosità e la voglia di leggere, di andare in profondità. Ma la lettura è una cosa da riscoprire a casa, magari seduti in poltrona con un buon bicchiere di vino. Il museo è fatto per vedere, per toccare, per fare esperienza».
In chiusura non possiamo non chiedere a Marcel Henry di raccontarci il suo rapporto con l’opera di Hesse. «In gioventù mi ha appassionato Demian e a Natale usavo le citazioni di Hesse per i biglietti di Natale a mia madre. Poi l’ho perso un po’ di vista. Oggi mi affascinano molto i suoi testi sulla natura come Stunden im Garten (In giardino) che trovo un’opera fantastica oppure il più famoso Das Glasperlenspiel (Il giuoco delle perle di vetro) e naturalmente le sue lettere.