Iain Lawrence, Fuoco sul monte senza testa, San Paolo (Da 13 anni)
Una storia di sopravvivenza into the wild, tre ragazzi isolati e in pericolo nella natura estrema, un’avventura che ci riporta a The Skeleton Tree, il primo romanzo dello stesso autore pubblicato in Italia. Anche qui l’avventura di sopravvivenza non è voluta, è accidentale, è dovuta al guasto al motore del vecchio furgone su cui i tre fratelli Pepper stanno attraversando lande desolate, probabilmente in Canada, dove vive lo stesso autore.
Joshua, il maggiore, Kaitlyn, la sorella di mezzo, e il dodicenne Virgil, su cui la prospettiva eroica del romanzo si focalizza, stanno recandosi a disperdere le ceneri della madre nel luogo che lei amava, un piccolo lago isolato tra le montagne: «I Pepper erano andati là ogni estate fin da quando Virgil ne aveva memoria. Little Lost Lake era il posto che sua madre amava di più al mondo ed era lì che gli aveva insegnato a usare le stelle come bussola, a pagaiare su una canoa e ad accendere il fuoco senza fiammiferi – tutte quelle cose meravigliose che annoiavano suo padre». La mamma era una scienziata, e aveva trasmesso la sua passione per le scienze al piccolo Virgil, mentre il padre, scrittore, aveva un modo più immaginifico di rappresentare il mondo. Ma la mamma lo incantava con la scienza, altrettanto foriera di meraviglia, e altrettanto capace di metafore esistenziali, come quella che Virgil ha stampata nel cuore: «Per quanto forte sia il temporale, dopo torna sempre il sole». Tuttavia, per Virgil non è facile uscire dal temporale interiore, la mamma gli manca tanto e la tristezza non lo abbandona. Sarà proprio la durissima avventura di sopravvivenza che egli dovrà affrontare, dapprima con i fratelli – spersi nel nulla, senza segnale per il cellulare, senza più neanche cibo né acqua – e poi da solo, ad aiutarlo a elaborare il lutto. Dopo che la sorella si è slogata una caviglia, e il fratello si è allontanato per cercare improbabili soccorsi, Virgil cerca, tirando fuori lo scienziato che è in lui, di rimettere in moto il furgone. Si ritroverà, per una serie di eventi da fiato sospeso, completamente solo, minacciato da animali selvatici, da altri inquietanti pericoli e soprattutto dal fuoco, giacché un immenso incendio sta divorando la foresta e lo sta accerchiando. Dovrà far fronte a tutto questo, e lo farà sentendo dentro di sé la mamma, con i suoi incoraggiamenti e i suoi preziosi insegnamenti scientifici e esistenziali, come fosse uno spirito guida. E più interiorizzerà questo spirito guida, più riuscirà a lasciare andare il dolore.
Katie Daynes, illustrazioni di Amy Willcox, Perché (a volte) mi sento triste?, Edizioni Usborne (Da 3 anni)
Certo, è molto più bello sentirsi felici, ma ci sono anche dei momenti di tristezza, a tutte le età, e va bene così. Non bisogna ignorarli o scacciarli con forza, ma accoglierli, comprenderli, e provare a superarli. Sapendo che sentirsi tristi fa parte della vita, e capita proprio a tutti. Con un linguaggio leggero, delicato, e con esempi molto appropriati alle esperienze dei più piccoli, questo bel libro (realizzato con la consulenza di una psicologa infantile) parla a loro direttamente, provando a rispondere alle domande che ogni bambino si pone: perché mi sento triste? Cosa mi rende triste? Perché si piange? Tutti si sentono tristi? Devo per forza sentirmi triste? Come posso tirarmi su? Le risposte sono tante, articolate in immagini con alette da sollevare, per scoprire, sotto, ulteriori sfaccettature delle emozioni legate alla tristezza. Ci sono tristezze per cose piccole o per cose più grandi, tristezze che durano solo un attimo e altre più lente a passare, ci sono tanti modi di manifestare la tristezza e tanti modi per superarla… Uno di questi è sicuramente leggere questo libro con un proprio caro. Il gioco di sollevare le alette conferisce anche un ritmo alla lettura, dando pause per riflettere, pensare, e magari condividere con l’adulto che sta accanto. Inoltre le alette rendono ludica la lettura, le conferiscono un pizzico di umorismo, la rendono leggera. Anche se la pesantezza è qualcosa che le edizioni Usborne evitano sempre con grande maestria.
Viale dei ciliegi

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