Da Rai3 ottimi esempi di occupazione dell’access prime time
Preziosi e pregiati perché di grande ascolto e, di conseguenza, di grande interesse/valore promo-pubblicitario. Il nostro servizio pubblico ha da anni scelto di presidiare questa fascia con una serie di quiz più o meno riusciti (inutile citarli tutti, inutile stilare classifiche; inutile essere sgradevoli senza motivo); identica scelta, peraltro, sia per lo spazio che precede la fascia informativa, qui stabilmente occupato dallo stesso gioco, sia per quello tra l’informazione regionale e quella nazionale.
Attorno ai due punti fermi di Blob e di Un posto al sole (trasmissioni che nella loro siderale distanza a tutti i livelli danno la misura della vocazione «trasversale» della rete) Rai3 propone trasmissioni che costruiscono un’offerta variata e di buon livello, spesso nel segno dell’emozione: penso a Via dei Matti Numero 0 (con lo straordinario Stefano Bollani e i suoi ospiti, programma che considero tra i migliori della rete), a Che Succ3de (piazza virtuale su temi vagamente demenziali, condotta da Geppi Cucciari, capace anche del meglio), a Storie minime (persone comuni che raccontano l’esperienza che le ha più segnate; spesso emotivamente coinvolgente), a That’s amore (racconti sul rapporto speciale che si instaura tra l’uomo e il «suo» animale), a Non ho l’età (squarci sulla quotidianità dell’amore vissuto nella terza età, con formidabili over settanta e le loro vite che escono allo scoperto, intrecciate con la storia d’Italia tra due guerre mondiali), a Nuovi eroi (storie di cittadini che si sono distinti per coraggio, altruismo, impegno sociale), per citare solo qualche esempio.
Nessun quiz e nessun premio (smarcandosi così dalle altre reti concorrenti, private e pubbliche), ma territorio, quotidianità, storie di gente comune; e poi, capacità di mediare (e di produrre) cultura in modo non parruccone né pedantesco, e nemmeno con qualche furbesca giravolta che la trasformi – per renderla digeribile a noi pubblico-bestia – in una sorta di numero del circo dell’intrattenimento globale. Insomma, servizio pubblico.