Reportage - Aleggia un forte spirito natalizio tra le vie del piccolo comune austriaco che ospita un’importante basilica dedicata alla Natività della Vergine Maria
Nella cultura mitteleuropea, il periodo dell’avvento coincide con i mercatini di Natale. Una tradizione nata attorno al 1400 nei territori compresi tra la Germania e l’Alsazia, ma che ora anima le piazze in diverse parti del mondo. A Mariazell, il comune più a nord della Stiria, il profumo del pan di zenzero si mischia a quello del glühwein, il vin brûlé da sorseggiare mentre si passeggia tra le bancarelle, avvolgendo la tazza con le mani per tenerle al caldo.
Nei giorni precedenti il Natale, la piazza del paese esibisce la corona d’avvento più grande del mondo fin dal 1850. Con dodici metri di diametro e sei tonnellate di peso, la corona – diventata un simbolo dell’attesa del Natale – è composta da venti luci, una per ogni giorno feriale dell’avvento, sormontate da quattro candele «domenicali». Ogni giorno di dicembre viene accesa una candela, come simbolo della progressiva illuminazione delle buie serate invernali fino all’arrivo della luce del Natale.
Ogni anno, secondo la tradizione, la pittoresca piazza principale con vista sulla basilica ospita le tipiche bancarelle in legno d’abete, al cui interno sono esposti prodotti regionali come distillati, miele, formaggi, oggetti in legno e gli immancabili Lebkuchen.
Il primo sabato dell’avvento si svolge la celebre Krampuslauf, la corsa dei Krampus, che inseguono gli astanti e li spaventano. Solitamente raffigurati come figure diaboliche e pelose con corna e piedi di capra, i Krampus sono figure analoghe ai Perchten esistenti nelle usanze alpine, che si suppone scaccino gli spiriti maligni dell’inverno con smorfie, sonagli e campane. La figura è particolarmente diffusa nei paesi dell’ex monarchia asburgica e il suo nome deriva probabilmente dalla parola dell’alto-tedesco medio Krampen, che significa «artiglio». Il personaggio rappresenta l’aiutante di San Nicola; ma se San Nicola fa regali ai bambini «buoni», i bambini «cattivi» sono invece puniti dal Krampus.
Il baccano emanato dai campanacci che portano attaccati alla schiena è così forte che la loro presenza si avverte ancora prima di riuscire a vederli.
Per il secondo anno consecutivo, le restrizioni legate alla pandemia hanno impedito il regolare svolgimento dell’avvento. Il lockdown imposto sull’intero territorio austriaco a partire dal 22 novembre ha comportato la chiusura dei mercatini. Inevitabile è stata anche la cancellazione dell’arrivo di San Nicola a bordo di una carrozza trainata da cavalli, prevista per lo scorso 20 novembre in sostituzione dell’usuale Krampuslauf.
Ma Mariazell è una meta importante di pellegrinaggi durante tutto l’anno; fin dal XII secolo i cattolici da ogni parte del mondo vengono qui a visitare la Basilica della Natività della Vergine Maria. Tra le molte storie sulla fondazione della basilica, costruita in stile gotico, una è intrecciata al nome del paese. Nel 1157, l’abate Otker del monastero benedettino di Sankt Lambrecht inviò un monaco di nome Magnus nella Zellertal, una valle 160 km a nord-est, allo scopo di occuparsi del benessere spirituale della gente del luogo. L’abate gli concedette di portare con sé una statua della Vergine scolpita in legno di tiglio. La sera del 21 dicembre, un masso bloccò il cammino di Magnus non lontano dalla destinazione. Il monaco chiese aiuto alla Vergine, la quale esaudì le sue preghiere, liberandogli la strada. Magnus pose la statua su un ceppo d’albero e intorno a essa costruì una Zelle, un antro dove riporre la statua di Maria. Da quel momento, Maria-Zell si estese a nome dell’intera comunità. La leggenda del monaco Magnus è raffigurata da un bassorilievo posto sulla sede dell’organo della basilica.
Secondo un’altra leggenda Enrico, margravio di Moravia, guarito dalla gotta grazie all’intercessione della Vergine, fondò una chiesa in segno di gratitudine nel luogo del suo pellegrinaggio.
Un terzo racconto lega la fondazione della chiesa al re Luigi I d’Ungheria, che in questo modo rese grazie alla Madonna a seguito di una vittoria contro i turchi.
La Cappella delle Grazie si trova tuttora nel luogo originale della sua fondazione. Fu più volte rimodellata nei secoli, pur mantenendo la pianta trapezoidale risalente al 1690, appare oggi come una struttura centrale barocca all’interno della basilica.
La statua di Maria è venerata come Magna Mater Austriæ, la grande madre d’Austria.Anche lo stemma di Mariazell riprende il tema religioso. In uno scudo nero è raffigurata la Madonna di Mariazell, coperta da un manto blu e con indosso una corona, Gesù bambino appoggiato al suo braccio destro.
Il comune è gemellato con altre mete di pellegrinaggio come Lourdes, Fatima, Częstochowa, oltre che con l’elvetica Einsiedeln, nel canton Svitto. Tra i pellegrinaggi speciali di Mariazell sono da ricordare quello croato e quello dell’unione degli agricoltori, oltre ai pellegrinaggi della polizia, della gioventù rurale e della Croce Rossa.
Nel 1983, in preparazione alla visita di Papa Giovanni Paolo II, si effettuarono vaste operazioni di ristrutturazione delle facciate dell’intero paese, e dunque anche della piazza principale. La Giornata cattolica dell’Europa Centrale, celebrata a Mariazell nel 2004, attirò la presenza di oltre centomila visitatori. Papa Benedetto XVI visitò la cittadina nel dicembre del 2007 in occasione dell’850esimo anniversario della basilica.Il legame con i monaci della leggenda della fondazione è rimasto forte attraverso i secoli. Il modello della spiritualità benedettina, basato sulla condivisione e l’apertura verso l’altro, ha plasmato lo sviluppo di Mariazell e fornito un contributo significativo alla sua importanza come centro di pellegrinaggio transfrontaliero.
L’esperienza comunitaria e l’incontro sono fondamentali per Mariazell, che ha basato sui principi della discretio uno degli aspetti centrali della sua condotta: lo sforzo di trovare la giusta misura, un saggio discernimento degli spiriti, l’impegno a mantenere la strada del compromesso, ma non della mediocrità. Valori che risiedono nella semplicità della figura di Maria e nella sua autenticità priva di sfarzi.