Sandro Veronesi e le cose belle

by Claudia

Lo scrittore riesce ancora una volta a emozionare la lettrice e il lettore senza però mai ingannarli

Nel 2006 Sandro Veronesi ha vinto il Premio Strega con il romanzo Caos Calmo, in cui racconta la storia di un giovane uomo che resta vedovo e si trova, senza programmarlo, ad affrontare il lutto fermandosi davanti al portone della scuola elementare di sua figlia, tutto il giorno, ad aspettare che lei a metà pomeriggio esca, per riportarla a casa. Dal romanzo è anche stato tratto un film in cui il protagonista Pietro Paladini è interpretato da Nanni Moretti, per la regia di Antonello Grimaldi. In quel romanzo memorabile a punteggiare il racconto erano degli elenchi che Pietro stilava nelle ore in attesa della sua bambina: con quali compagnie aeree avesse volato nella sua vita, per esempio, e altre cose del genere.
Anche in quest’ultimo romanzo di Sandro Veronesi, Il colibrì, edito da La nave di Teseo, incontriamo degli elenchi, questo per esempio: «libertà di non sottomettersi alle leggi sgradite, di non rispettare i valori fondativi, le tradizioni, le istituzioni, il patto sociale, gli accordi presi in passato, libertà di non arrendersi davanti all’evidenza, libertà di insorgere contro la cultura, contro l’arte e la scienza…».
Marco Carrera, protagonista e voce narrante, sta raccontando attraverso questo elenco il conflitto tra la società contemporanea, che a partire dal mito della libertà ha generato le perversioni liberiste citate nell’elenco, e quella del futuro, incarnata da sua nipote Miraijin, che inaugurerà invece il tempo della verità. Sua nipote che rappresenta la perfezione, almeno così viene descritta da Carrera, è la sua ragione di vita. Quella di Marco Carrera, come lui stesso ammetterà alla fine del romanzo, è stata infatti una «vita piena di dolore, indubbiamente», di assenze e di impossibilità che egli ha affrontato, che il destino gli ha posto davanti per poter arrivare, alla fine, a essere testimone e artefice, almeno in parte, dell’esistenza dell’Uomo del futuro. Questo il significato, infatti, del nome di sua nipote Miraijin, che poi si rivela essere una donna: «visto papà? Si comincia bene – gli dice sua figlia Adele dopo il parto – l’uomo del futuro è una donna».
Anche in quest’opera di Veronesi, come in Caos Calmo per esempio, tanta famiglia. Al centro del romanzo denso di avvenimenti e personaggi ci sono le dinamiche familiari di Probo e Letizia Carrera, i genitori di Marco, Giacomo e Irene, che hanno smesso di piacersi poco tempo dopo essersi incontrati, ma non hanno mai creduto che questa fosse una ragione sufficiente per lasciarsi. Il romanzo, poi, è costellato dalle mail che Marco scrive al fratello Giacomo che ha lasciato la città natale, Firenze, e si è trasferito molto giovane negli Stati Uniti. Giacomo non risponde mai e Marco conclude spesso le sue mail con un’espressione che commuove: «abbraccio lo schermo. Marco». Irene, invece, rappresenta la prima prova per il protagonista: spesso nelle famiglie avviene che uno dei figli o figlie sia catalizzatore delle correnti nefaste che circolano in ogni nucleo familiare e poi le faccia detonare.
C’è una capacità in alcuni scrittori, come Sandro Veronesi, di emozionare la lettrice e il lettore senza ingannarli: non gioca con le debolezze umane, ma le racconta con una sincerità tale che è impossibile non apprezzare la compagnia dei suoi romanzi. E non per una questione di immedesimazione: spesso nelle sue storie le vicende narrate sono estreme, nel senso che si posizionano su quella linea, che esiste, in cui la realtà gioca a scherma con l’irrealtà, sfida la statistica. I suoi personaggi, quindi, hanno spesso tratti eroici, qui Marco Carrera lo ammette, e non è proprio facile riconoscersi in un eroe. Ad attrarre, allora, a generare quell’esperienza che resta tra le più belle del mondo di non voler smettere di leggere, di non voler finire il libro, è la ricerca di bellezza che sottende alle sue storie, il fatto che pur essendo realistiche abbiano i tratti del fantastico, perché ogni personaggio che lui racconta resta sempre fedele a sé stesso.