Mosul, forse la fine dell’inizio
Offensiva militare: la cacciata dell’Isis dalla sua capitale irachena fa presagire un’imminente catastrofe umanitaria
Offensiva militare: la cacciata dell’Isis dalla sua capitale irachena fa presagire un’imminente catastrofe umanitaria
Terzo e ultimo dibattito: Pesante autogol del tycoon di New York che ha minacciato di delegittimare la vincitrice. Come dire che Trump sente di avere già perso e l’esito del voto dell’8 novembre appare ormai segnato
Congresso Tory: A Birmingham Theresa May si è posizionata al centro dello scacchiere politico, dimostrando
di portare avanti politiche di sinistra, in nome di un obiettivo conservatore di creare una società coesa e chiusa
La seta indiana: Le donne musulmane combattono contro la pratica della separazione immediata, una legge islamica
che permette agli uomini di lasciare mogli e figli pronunciando per tre volte la parola «talaq» (io divorzio da te)
Il voto femminile: Trump è diventato per la maggior parte delle donne invotabile e anche quando ripete, come nell’ultimo dibattito con Hillary a Las Vegas, che non c’è nessuno che ama le donne quanto lui, non è facile credergli
Russia-Turchia: L’intesa sulla costruzione del gasdotto Turkish Stream certifica la dipendenza di Ankara dall’energia russa e la difficile convivenza tra interessi economici e politico-militari (Alleanza Atlantica)
Nobel 2016: Il Comitato Norvegese premia Juan Manuel Santos, attuale presidente
della Colombia, per aver raggiunto dopo quattro anni di negoziati e mezzo secolo di guerra l’accordo con i guerriglieri Farc. Accordo che i colombiani hanno bocciato a sorpresa nel recente referendum
Casa Bianca 2016: Il secondo dibattito televisivo fra Hillary Clinton e Donald Trump si è distinto per cattiveria, scarsità di contenuti e degrado del costume politico
Ricchi e famosi: Il tycoon Wang Jianlin del colosso Wanda
si conferma l’uomo più ricco di Cina e il braccio armato di Xi
nella conquista dei mercati esteri
Referendum: La maggioranza della popolazione ha respinto l’accordo raggiunto all’Avana fra il governo e le Farc.
Ha prevalso la linea dell’ex presidente Uribe che paventava per il Paese il rischio del «castro-chavismo